giovedì 13 marzo 2014

AL LAVORO

Mercoledì è tempo per tutti di mettersi al lavoro. I ragazzi della gelateria, ci hanno già mostrato i loro macchinari e sono impazienti di avere energia dall'impianto. Da parte nostra non resta che garantirgli l'indipendenza energetica al più presto e correre ad assaggiare un invitante gelato, che tra poco potremo sentire di avere contribuito a realizzare.
I membri della missione ci spiegano che in Kenya il costo dell'energia è molto alto, soprattutto in relazione al costo della vita, mentre naturalmente la posizione geografica consente un'ottima esposizione alla luce solare, per generare energia pulita autonomamente.
Nessuno di noi tarda ad accorgersene: nonostante il calendario segni il mese di marzo le temperature sono già molto elevate fin dalle prime ore della giornata, il sole si fa sentire con insistenza sulle lamiere dei tetti e sulla nostra pelle non abituata alla violenza del calore africano. Tuttavia, mentre la popolazione locale, messa a dura prova dalla siccità del terreno e dalla difficoltà di trovare pozze per il bestiame non ancora del tutto prosciugate, aspetta con ansia la stagione delle piogge, noi siamo contenti che il bel tempo perduri, affinché si possa lavorare agevolmente sul tetto.
Il primo passo è quello di preparare la struttura di ancoraggio dei pannelli, sul tetto di lamiera. La mattina passa rapidamente nel realizzare la traccia dell'impianto e la preparazione di tutto il necessario. 


Il materiale è stato garantito da Fischer Italia ®. Affascinati dal progetto di Etica nel Sole, convinti della validità della pianificazione e degli intenti, non hanno esitato a rendersi disponibili a collaborare con noi, offrendo il materiale necessario per installare le strutture di sostegno e inviandolo qui gratuitamente.
In questo modo se da un lato abbiamo dovuto prendere confidenza con un tetto che non avevamo mai visto prima (se non in foto) e un panorama mozzafiato, affatto diverso da quello che possiamo osservare comunemente dai tetti, dall'altro non abbiamo tardato a sentirci a casa nell'utilizzare le stesse modalità e lo stesso materiale che usiamo per gli impianti in Italia.



Non bisogna credere che un impianto fotovoltaico necessiti solamente della fase di posa dei moduli, infatti la maggiore complessità riguarda l'installazione elettrica e la compatibilità del nostro sistema con l'impianto elettrico esistente.
Comunicando in inglese, è Leonard a mostrarci le intricate connessioni elettriche delle strutture della missione.
Insomma: una parte del lavoro si svolge sui tetti, una parte consistente anche a terra!

 
A metà giornata la stanchezza si fa sentire più del solito, le ore di viaggio accumulate nei giorni precedenti e l'adattamento al fuso orario si sommano inesorabilmente all'aria rarefatta. Un orizzonte pianeggiante inganna l'occhio, ma non bisogna dimenticare che ci troviamo su un altopiano a quasi 2000mt di quota.
A fine giornata siamo contenti di sentire i campanelli della bicicletta dei gelati suonare allegramente di ritorno dalla città e vedere la nostra struttura di sostegno per fotovoltaico ormai ultimata. Le giornate di lavoro in Africa sono scandite dal sole, che all'equatore sparisce con incredibile velocità al tramonto, per lasciare sulla terra stanca un buio fitto e avvolgente, che non trova l'opposizione di nessuna luce artificiale. Non resta che riposarsi, abbandonandosi al silenzio che circonda tutto quanto.

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