Mercoledì
è tempo per tutti di mettersi al lavoro. I ragazzi della gelateria,
ci hanno già mostrato i loro macchinari e sono impazienti di avere
energia dall'impianto. Da parte nostra non resta che garantirgli
l'indipendenza energetica al più presto e correre ad assaggiare un
invitante gelato, che tra poco potremo sentire di avere contribuito a
realizzare.
I
membri della missione ci spiegano che in Kenya il costo dell'energia
è molto alto, soprattutto in relazione al costo della vita, mentre
naturalmente la posizione geografica consente un'ottima esposizione
alla luce solare, per generare energia pulita autonomamente.
Nessuno
di noi tarda ad accorgersene: nonostante il calendario segni il mese
di marzo le temperature sono già molto elevate fin dalle prime ore
della giornata, il sole si fa sentire con insistenza sulle lamiere
dei tetti e sulla nostra pelle non abituata alla violenza del calore
africano. Tuttavia, mentre la popolazione locale, messa a dura prova
dalla siccità del terreno e dalla difficoltà di trovare pozze per
il bestiame non ancora del tutto prosciugate, aspetta con ansia la
stagione delle piogge, noi siamo contenti che il bel tempo perduri,
affinché si possa lavorare agevolmente sul tetto.
Il
primo passo è quello di preparare la struttura di ancoraggio dei
pannelli, sul tetto di lamiera. La mattina passa rapidamente nel
realizzare la traccia dell'impianto e la preparazione di tutto il
necessario.
Il
materiale è stato garantito da Fischer Italia ®. Affascinati dal
progetto di Etica nel Sole, convinti della validità della
pianificazione e degli intenti, non hanno esitato a rendersi
disponibili a collaborare con noi, offrendo il materiale necessario
per installare le strutture di sostegno e inviandolo qui
gratuitamente.
In
questo modo se da un lato abbiamo dovuto prendere confidenza con un
tetto che non avevamo mai visto prima (se non in foto) e un panorama
mozzafiato, affatto diverso da quello che possiamo osservare
comunemente dai tetti, dall'altro non abbiamo tardato a sentirci a
casa nell'utilizzare le stesse modalità e lo stesso materiale che
usiamo per gli impianti in Italia.
Non
bisogna credere che un impianto fotovoltaico necessiti solamente
della fase di posa dei moduli, infatti la maggiore complessità
riguarda l'installazione elettrica e la compatibilità del nostro
sistema con l'impianto elettrico esistente.
Comunicando
in inglese, è Leonard a mostrarci le intricate connessioni
elettriche delle strutture della missione.
Insomma:
una parte del lavoro si svolge sui tetti, una parte consistente anche
a terra!
A
metà giornata la stanchezza si fa sentire più del solito, le ore di
viaggio accumulate nei giorni precedenti e l'adattamento al fuso
orario si sommano inesorabilmente all'aria rarefatta. Un orizzonte
pianeggiante inganna l'occhio, ma non bisogna dimenticare che ci
troviamo su un altopiano a quasi 2000mt di quota.
A
fine giornata siamo contenti di sentire i campanelli della bicicletta
dei gelati suonare allegramente di ritorno dalla città e vedere la
nostra struttura di sostegno per fotovoltaico ormai ultimata. Le
giornate di lavoro in Africa sono scandite dal sole, che all'equatore
sparisce con incredibile velocità al tramonto, per lasciare sulla
terra stanca un buio fitto e avvolgente, che non trova l'opposizione
di nessuna luce artificiale. Non resta che riposarsi, abbandonandosi
al silenzio che circonda tutto quanto.
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